Da uomo di SEL rischio di dare alla domanda una risposta agiografica, per cui preferisco spiegarvi la mia adesione a SEL perché in tale adesione c’è la soluzione del quesito.
1) Potrei iniziare dicendo che, come un novello Paolo di Tarso, sono rimasto folgorato sulla via di Terlizzi (BA) (patria di Vendola): c’è poca verità.
2) Potrei continuare dicendo che provo naturale simpatia per un “conterroneo”, siamo entrambi pugliesi: c’è una piccola parte di verità.
3) Le vere ragioni sono due:
a) Vendola non è propriamente un volto nuovo della sinistra (FGCI, PCI, Rifondazione, Sinistra Unita), ma è una novità a sinistra perchè dice e fa cose di sinistra (si veda, a tale proposito, tutta l’attività di governo della Regione Puglia), ma non solo; con lui si è tornato a parlare di lavoro in termini di classe, di lotta di classe (espressione di cui ci siamo vergognati nell’ultimo decennio): la lotta di classe del capitale nei confronti del mondo del lavoro, lo scardinamento dei diritti e della dignità dei lavoratori ma anche dei valori di cui il mondo del lavoro è portatore (il lavoro come libertà, la cultura come riscatto dalla soggezione ai potenti). In Italia questa lotta di classe vede la presenza di due “campioni”, Marchionne e Berlusconi; l’azione del primo può essere sintetizzata dalla formula “più lavoro, meno diritti, altrimenti delocalizzazione”; quella del secondo, berlusca, “più culi e tette per tutti , al resto ghe pensi mi”.
La presa di posizione nei confronti di Pomigliano e Melfi e lo schierarsi col mondo del lavoro e col sindacato in lotta senza tentennamenti, a differenza di altri, sono la naturale conseguenza di quell’idea di lotta di classe.
La lotta al berlusconismo per costruire un mondo migliore("Berlusconi non è l'anomalia ma l'autobiografia della nazione") è una delle priorità del suo verbo politico.
b) Vendola ha riacceso in me una speranza, sopita da lunghi anni di strisciante omologazione : il sogno di una società diversa da quella di Berlusca, Verdini, Cicchetto, (anche il computer è di sinistra), Bossi, Fini e Casini; seguendo Vendola ho scoperto un protagonismo politico e una partecipazione che non si praticavano da tempo immemorabile; 3) con Vendola ho modificato la mia idea di radicalità: non più elemento ideologico, ma “critica di ciò che manipola l’elemento umano”; 4) grazie a Vendola ho aderito a un partito non partito, “un seme piantato per far germogliare in Italia tempi migliori”, un partito, mi auguro vivamente, privo di personalismi, di veti incrociati, di esclusioni aprioristiche, di faide interne e lotte per il potere
Tutto sa un po’ di avventura, ma è affascinante, credetemi !!
Per concludere : voglio pensare che leggiate questa mia perché anche in voi si è riaccesa la speranza; voglio credere che vi abbia spinto almeno la curiosità, ma so che c’è molto di più; fosse però anche solo curiosità, beh!!, Vendola direbbe che è già un buon motivo per iniziare insieme un lungo pezzo di strada e allora…. buon cammino a tutti.
Franco Nardella
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