A = aberrazione, aridità, avidità
B = barbarie, bluff, buio
C = cancro, cecità, confusione
D = degrado, disperazione, dolore
E = ebetismo, egoismo, esclusione
F = fango, fanatismo, fuga
G = gelo, giogo, groviglio
H = ha l’amaro in bocca
I = ignoranza, infamia, inganno
L = lacerazione, lezzo, livore
M = malattia, maledizione, miasma
N = naufragio, nausea, negazione
O = onta, orrore, oscurità
P = paura, perdizione, piaga
Q = quintessenza di meschinità
R = rabbia, raggiro, ripugnanza
S = sangue, smarrimento, servitù
T = tenebra, tirannia, tormento
U = umore nero
V = veleno, viltà, volgarità
Z = zero in libertà
Fidenza, 30.11.2010 Franco Nardella
Non sono le solite parole con le quali indichiamo le peculiarità o gli atti criminosi delle “mafie”.
Associazione a delinquere, droga, appalto, criminalità, corruzione, rapimento, riciclaggio, omicidio, pizzo, omertà… esprimono, senza ombra di dubbio, i tratti caratteristici delle organizzazioni malavitose e ad essi facciamo riferimento quando vogliamo definire compiutamente azioni e atteggiamenti “mafiosi”.
Cosa nostra, Camorra, N’drangheta, Sacra corona unita richiamano alla mente concetti e termini che, entrati a far parte ormai da lungo tempo dell’immaginario collettivo e del lessico comune, ne rivelano in maniera esaustiva i caratteri essenziali, ma non l’intimo modo di essere e di proporsi.
Nessuna pretesa di stravagante originalità o di chimerica inventiva; quelle in elenco sono voci ed espressioni che sgorgono dal profondo: sottolineano sentimenti, moti dell’animo, paure, convinzioni, sensibilità che solo l’interiorità riesce a scovare e svelare.
Franco Nardella
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